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Vite in bilico
Vite in bilico
di Maria Grazia Giammarinaro *
Vite in bilico abdoulaye_2024

Quanti sono, e chi sono, i minori che subiscono tratta e sfruttamento? Alla prima domanda è difficile, se non impossibile, dare una risposta. Quando ero Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla tratta, segnalavo l’eterogeneità dei sistemi di rilevazione dei dati, così come l’inevitabile approssimazione delle stime. Ma un fatto è certo, come risulta dal Rapporto di Save the Children. La tratta di minori ha dimensioni di massa, sia al livello globale sia in Europa. I minori trafficati sono moltissimi, e vengono sfruttati per i fini più diversi: sfruttamento lavorativo o sessuale, nell’accattonaggio, nelle attività illecite tra cui furti e coltivazione di cannabis. Perché tutto ciò non desta lo scandalo che dovrebbe provocare? I minori trafficati sono in larga maggioranza “grandi minori” della fascia 16-18 anni, viaggiano spesso in modo irregolare, e sono soggetti alla medesima stigmatizzazione che colpisce i/le migranti. Subiscono anche loro la reazione di paura/avversione che, sapientemente orchestrata da governi e movimenti populisti, sembra aver contagiato una parte importante delle opinioni pubbliche europee. 

Vite in bilico abdoulaye_2024

Da dove vengono i minori trafficati? Per quanto riguarda il nostro Paese, i dati del Numero Verde anti-tratta riportati nel rapporto ci parlano delle provenienze più svariate: Costa d’Avorio, Nigeria, Guinea, Pakistan, Somalia, Tunisia, Marocco, Brasile, India, Bangladesh, Senegal, Mali, Perù. Ciò significa che nei Paesi di origine, anche indipendentemente dalle diversità culturali o religiose, molte famiglie fanno un investimento sui membri giovani della famiglia, pagando spesso cifre ingenti per farli emigrare in Paesi dove un giorno potranno riunire l’intera famiglia. Una speranza che carica i minori di un’enorme responsabilità, e che talvolta si infrange contro la realtà dello sfruttamento intensivo. Nonostante l’investimento iniziale, ragazze e ragazzi sono costrette/i a contrarre un debito per portare a compimento il progetto migratorio, restando poi prigioniere/i di caporali e sfruttatori. Ma ci sono anche casi in cui le/i minori emigrano perché cercano di sfuggire a una famiglia in cui hanno subito maltrattamenti e violenze sessuali, e pertanto il debito è il loro unico modo di pagarsi il viaggio.

Vite in bilico abdoulaye_2024

Chi sono i minori trafficati? Sono ragazze, ragazzi, persone transgender. Queste ultime costituivano il 6,8% delle ultime prese in carico. Il grande sogno è l’operazione che consentirà il cambiamento di sesso. Anche per loro, in ragione della particolare vulnerabilità individuale e sociale, il sogno potrà facilmente trasformarsi in un incubo. Le transgender sono sfruttate soprattutto sessualmente. Anche le ragazze subiscono soprattutto lo sfruttamento sessuale. Ma molte, insieme alla maggioranza dei ragazzi, sono sfruttate sul lavoro. Lo sfruttamento ha anche connotazioni di genere. Le ragazze, anche nel contesto dello sfruttamento lavorativo, subiscono in maniera sistematica abusi e violenze sessuali da parte di datori di lavoro, caporali e colleghi. L’accesso alla contraccezione è difficile e i servizi sanitari spesso non hanno mediatori/trici culturali. Per tutte e per tutti, le condizioni di lavoro sono orribili, ancor più se si pensa che lo sfruttamento incide su giovani corpi ancora in formazione. Le conseguenze sulla salute e sullo sviluppo fisico e psichico sono pesanti e ancora poco esplorate. 

Fare uscire i minori trafficati da un’invisibilità provocata dall’indifferenza è l’imperativo. I minori, tutti i minori compresi coloro che si approssimano alla maggiore età, hanno il diritto di vivere una vita sana, sicura, piena di stimoli positivi. Hanno diritto di studiare e di divertirsi. Hanno diritto di lavorare, se la loro età e la legge glielo consentono, in modo sano e non sfruttato. Hanno una vita davanti, che rischia di essere compromessa prima ancora di iniziare. Renderle/i visibili e far sì che i loro diritti vengano rispettati è compito di tutte/i noi. 

Credits foto:
Gianfranco Ferraro

Protezione da violenza