«Tutti gli esseri umani nascono eguali in dignità e diritti», così recita il primo articolo della Carta delle Nazioni Unite. I concetti di eguaglianza e dignità sono strettamente interconnessi poiché sono le precondizioni per la fruizione di quei diritti inalienabili che ineriscono a ciascun essere umano. E il primo di questi diritti è quello all’esistenza stessa, al percorrere il cammino che ci è dato potendo progressivamente sviluppare il proprio essere nel mondo, dando al consesso umano l’unicità irripetibile che ciascuno di noi rappresenta. Ed è esattamente da questa unicità, dalla percezione profonda che ogni essere vivente sia portatore di una diversità positiva, arricchente l’immenso patrimonio culturale della vita, che nasce il concetto di dignità. E così tutto si tiene; ma perché questo circolo virtuoso possa realmente affermarsi, come abbiamo detto, è necessario che ciascuno possa accedere al sostentamento materiale, a quel nutrimento materiale che è la base dell’esistenza stessa.
Ebbene, lo sappiamo, questo fondamentale diritto, è oggi ampiamente conculcato per miliardi di persone, spesso minori, che vedono la propria aspettativa di vita, di sviluppo, di crescita etica e morale, negate alla radice. La nostra Organizzazione, in coerenza con la sua visione di un mondo in cui ogni minore abbia il diritto di essere protetto e curato, di avere accesso ad una istruzione di qualità, di poter esprimere le sue potenzialità al meglio, non può dunque che essere in prima linea per quanto concerne la lotta alla fame, a quella condizione, cioè, di deprivazione del sostegno fondamentale per una crescita armonica e dignitosa. Ma la fame, ed i numeri ce lo dicono, non è legata tanto o solo alla scarsità dei mezzi quanto al loro accesso ineguale, ad una distribuzione falsata da logiche che contraddicono alla radice il fondamentale diritto alla nutrizione.
Save the Children è nata con una vocazione di charity, e non poteva essere altrimenti un secolo or sono, ma nel corso del tempo ha progressivamente affinato i suoi strumenti analitici e operativi per meglio rispondere, non solo agli effetti, ma alle cause stesse dei problemi. Ecco dunque che oggi stiamo portando avanti al livello globale il programma Emergenza Fame, che cerca di contrastare questo fenomeno nelle zone più esposte del pianeta, in cui la morte per denutrizione e le conseguenze di mancanze nutrizionali nella prima infanzia, condizionano in maniera negativa tutta l’esistenza. Intere aree del pianeta, come la Somalia, il Sudan, e tante altre zone del continente africano e non solo, sono oggi colpite da carestie legate alle guerre, all’instabilità politica, ma anche ad interessi particolari che preferiscono lasciar morire milioni di bambini pur di non rimettere in questione l’ordine economico internazionale.
La morte per fame è la quintessenza di quella che il filosofo Foucault chiamava la biopolitica, cioè il gioco degli interessi economici che riducono l’essere umano a mero oggetto di scambio, a plusvalenza pura. Ciò implica, e lo vediamo ogni giorno, che in questo cinico computo di ricavi e perdite qualcuno, addirittura centinaia di milioni di bambini, “valgano” più da morti che da vivi, essendo fuori dal supermercato globale sia come consumatori sia come merce. Ebbene noi ci opponiamo fermamente a questa reificazione degli esseri umani, soprattutto se sono minori, poiché lasciandoli morire, in alcuni casi, dobbiamo dirlo, deliberatamente morire, non si uccide soltanto una parte dell’umanità ma il senso stesso di quella fratellanza universale che sola può permetter alla nostra specie di avere ancora una speranza di futuro. Ed infine, ma non per importanza, noi richiamiamo fortemente ognuno, a partire da noi stessi, al proprio dovere comune, a quegli impegni presi dagli Stati e dai Governi a livello internazionale, alla coerenza delle politiche, al sostegno fattivo agli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile che, non a caso, vedono al primo posto proprio la lotta alla povertà e dunque al suo effetto più evidente: la fame. In questo numero della newsletter abbiamo dunque deciso di fornire strumenti analitici e pratiche di contrasto e lotta alla fame che derivano dalla nostra esperienza e non solo, nella convinzione che lo scambio di informazioni, la messa in comune di buone pratiche, la creazione di reti sempre più estese e multi-attoriali siano imprescindibile per pensare un presente ed un futuro senza fame.
Credits:
Immagine di copertina: Rubina Alee / Save the Children
Altre immagini: Mustafa Saeed / Save the Children, Fredrik Lerneryd / Save The Children, Mustafa Saeed / Save the Children