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Ripartire dai sogni
Ripartire dai sogni
di Daniele Biella *
Ripartire dai sogni

Jamal sta per compiere 18 anni. È preoccupato: non sa né se potrà continuare a stare nella comunità per minori né se arriverà il prosieguo amministrativo. Prima di dormire racconta di sentire ancora sottopelle le botte prese sulla Rotta Balcanica. La sua voce si spezza e il corpo trema quando ricorda quei momenti dell’ultimo inverno: “quando ci trovavano nel bosco oltre la frontiera, ci picchiavano forte. Potevi solo coprirti il volto con le braccia, e sperare finisse presto. Ho visto…”. Qui Jamal si blocca. Meglio così: ha visto cose che non meritava di vedere, così come non merita di riviverle.

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Il salvataggio di Yasmine, invece, è di questi giorni prenatalizi: recuperata dal mare da sola, a 11 anni, aggrappata a due galleggianti. Racconta che ha perso il fratello e altre 40 persone che erano nella barca con lei, e ora al sicuro si disegna tenendosi per mano con le operatrici di Save the Children che la seguono a Lampedusa. 

Jamal, Yasmine e tutti gli altri: minori stranieri non accompagnati in cerca di futuro. Il quarto rapporto “Nascosti in piena vista”, appena uscito, ne è la fotografia più nitida. Sono 19.215 quelli presenti oggi in Italia; 7.879 gli arrivi nel 2024, molti di loro però già fuggiti in altri Stati europei. Non dovrebbero lasciare la madrepatria, evitando così le violenze, i traumi del viaggio e le incertezze del destino? Ditelo ai loro genitori, dai quali vanno via di nascosto, oppure sono costretti essi stessi a farli partire per garantire loro un futuro.

Ora gran parte di questi ragazzi è nelle comunità, alle prese con la propria nuova vita. Al loro fianco operatori e tutori volontari, che con competenza e umanità, nei distinti ruoli, li traghettano tra le acque tumultuose dell’adolescenza. Piena di ostacoli, di errori. Ma guai a farli diventare casi sociali: se si gratta sotto l’apparenza, non c’è nessun “problema causato dai minori migranti”. Anzi: ribaltiamo una volta per sempre la prospettiva e il ragionamento. Proviamo a considerarle persone. Se messe nella giusta condizione, potranno essere in tutto e per tutto brillanti futuri cittadini, rispettosi e attenti a ciò che li circonda proprio perché accolti bene. Lo dicono le storie personali, che sono tante. Basta voler raccoglierle e ascoltarle.

Ripartire dai sogni

Qui sta il punto: non ha senso, dopo svariati anni di buone prassi certificate - percorsi scolastici, sportivi, inserimenti lavorativi e comunitari - lasciare ancora tutto in mano a una “lotteria” in cui il tuo futuro dipende dall’efficienza del luogo in cui vieni accolto. Dal primo gennaio al 30 settembre 2024 ci sono stati 1.600 allontanamenti. Troppi. E i perché li spiega bene il rapporto. Tra questi, in primis, l’archetipo del sistema di accoglienza. Ecco una frase di Nascosti in piena vista che non lascia scampo: “Il sistema non parte dai sogni e dalle esigenze di questi ragazzi, ma dalle risorse disponibili e dai modelli normativi già esistenti”. Un sistema, che di fatto, rende i minori invisibili anziché elevarli a persone.

Ripartire dai sogni

Sarebbe doveroso invertire quanto prima questo processo. Partire dall’ascolto di questi giovani con già alle spalle un vissuto quantomeno impegnativo: conoscere le loro aspirazioni, quello che vorrebbero per il futuro, prima ancora di chiedere del passato. E creare soluzioni ad hoc, personalizzate, piuttosto che adattare percorsi prestabiliti che sono facilmente destinati al fallimento.

Alzi la mano chi sa quante lingue parlano i minori stranieri non accompagnati: il 60% è bilingue, il 30% parla almeno tre lingue, il 7% da quattro in su. Una competenza trasversale considerevole, in una nazione, però, dove per avere permessi di soggiorno devi aspettare svariati mesi, e sul lavoro ma ancora di più nella ricerca della casa all’uscita dalla comunità, la parola d’ordine è troppo spesso “discriminazione”. Allora può darsi che ti vada male, e al primo inciampo, anche una minima condotta illegale, ecco che torna l’allarme sociale. 

Come uscirne? Innanzitutto, questo rapporto venga letto da tutti i decisori politici. Con l’auspicio che aumenti il monitoraggio del sistema, per replicare quello che funziona e ridurre all’inezia i passi falsi. Ma ancor prima, la nostra società metta le ragazze e i ragazzi accolti nella condizione di sognare: è lì, attraverso quei sogni, che riparte il loro futuro.

 

Credits:
Immagine di copertina (e tutte le immagini): Gianfranco Ferraro per Save the Children

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